martedì 26 luglio 2011

LA CASTA DELLA POLITICA CI COSTA IL 2% DEL PIL

LA CASTA DELLA POLITICA CI COSTA IL 2% DEL PIL!!!!!!
Rassegnatevi: le spese per la politica in Italia, stando all’ultimo studio della Uil ricavato da fonti ufficiali del ministero di Renato Brunetta, sono cresciute negli ultimi dieci anni del 40%, arrivando a impiegare come numero di persone che vivono, direttamente o indirettamente, di politica la ragguardevole cifra (ineguagliata in tutti i Paesi europei) di un milione e trecento mila persone. Propaganda sindacale? Nient’affatto: i dati sono ufficiali, forniti per lo più dal ministero della Pubblica Amministrazione.

Cifre da capogiro, dunque. Di fronte alle quali sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Perché uno dei temi ricorrenti di questi anni è stato (a parole) il taglio alle spese della politica, tanto che la Casta, il fortunato libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, è diventato subito un best seller. Ma si tratta di un libro uscito nel 2007, con dati degli anni precedenti. E, dunque, che cosa è cambiato in questi anni? Nulla, se non in peggio. Sentite cosa dicono gli esperti della Uil:

La politica ha un peso sulle casse dello Stato di 24,7 miliardi, pari al 2% del Pil e al 12,6% del gettito Irpef. Di questi, i costi diretti e indiretti ammonterebbero a 18,3 miliardi, a cui aggiungere 6,4 miliardi per i costi derivanti da un sovrabbondante sistema istituzionale. Un tesoretto, pari a una corposa manovra finanziaria, che serve a mantenere un esercito formato da almeno un milione e 300mila persone. Di queste oltre 145 mila sono parlamentari, ministri, amministratori locali, di cui 1.032 in Parlamento e a Bruxelles (tra parlamentari nazionali ed europei, ministri e sottosegretari), 1.366 nelle Regioni (presidenti, assessori e consiglieri regionali), 4.258 nelle Province (presidenti, assessori e consiglieri provinciali) e 138.619 nei comuni (sindaci, assessori e consiglieri comunali). Non solo: 12.000 i consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole città capoluogo); 24.000 le persone nei consigli di amministrazione delle 7 mila società (enti, consorzi, autorità di ambito partecipati dalle pubbliche amministrazioni); 318.000 le persone che hanno un incarico o una consulenza elargita dalla pubblica amministrazione. E ancora: la massa dei porta borse, ovvero il personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, Provincia, sindaci, assessori regionali, provinciali e comunali; i direttori generali, amministrativi e sanitari delle Asl; la moltitudine dei componenti dei consigli di amministrazione degli Ater e degli enti pubblici.

Secondo il sindacato, con una riforma delle istituzioni e tagli agli sprechi (come la riduzione, per esempio, del 25% degli assessori, dei consiglieri e soprattutto delle consulenze, spesso sdoppiate per finalità clientelari tra i vari livelli amministrativi) si potrebbe ridurre la spesa - dice la Uil - di almeno 10 miliardi, cifra che equivarrebbe all’azzeramento delle addizionali regionali e comunali Irpef. Ma è difficile che qualcuno metta mano alle forbici nei prossimi mesi: vi ricordate cosa accadde lo scorso anno, quando in agenda c’era un piano per la riduzione del numero delle province? Si parlò solo di quelle sotto i 220 mila abitanti: 10 province in tutto; e poi, addirittura, non se ne fece più nulla. Ecco perché, la campagna della Uil sembra una battaglia contro i mulini a vento.
.by Giovanni Salamone on Tuesday, July 26, 2011 at 2:08am.

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